Cassazione civile Sez. II sentenza n. 7668 del 6 settembre 1994

(1 massima)

(massima n. 1)

L'azione di risoluzione del contratto in applicazione dell'art. 1456 c.c. tende ad una pronuncia dichiarativa dell'avvenuta risoluzione di diritto a seguito dell'inadempimento di una delle parti previsto come determinante per la sorte del rapporto, in conseguenza dell'esplicita dichiarazione dell'altra parte di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa. Tale azione, per presupposti, carattere, natura, differisce sostanzialmente dall'azione ordinaria di risoluzione per inadempimento per colpa ex art. 1453 c.c., la quale tende invece ad una pronuncia costitutiva diretta a sciogliere il vincolo contrattuale, previo accertamento ad opera del giudice della gravitą dell'inadempimento. Ne consegue che, proposta in primo grado domanda di risoluzione a norma dell'art. 1456 citato, la domanda di risoluzione ex art. 1453 che venga proposta per la prima volta in appello deve considerarsi nuova e, quindi, preclusa a norma dell'art. 345 c.p.c.

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