Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10331 del 15 novembre 1993

(1 massima)

(massima n. 1)

Perché possa parlarsi di tentativo di omicidio è necessario che l'azione sia non solo orientata a cagionare la morte, ma anche obiettivamente idonea a provocare l'evento, a mettere cioè in pericolo il bene giuridico tutelato, che è la vita e non l'incolumità fisica; tale idoneità, poi, va valutata con riferimento al contesto delle circostanze concrete in cui il fatto si verifica. Se l'atto criminoso nella sua capacità causale non è adeguato alla produzione dell'evento ogni possibilità di una sua realizzazione viene meno e, pertanto, l'atto deve ritenersi inidoneo. (Nella specie, relativa ad annullamento con rinvio di sentenza di condanna, la Suprema Corte ha ritenuto che i giudici di merito non avevano valutato le circostanze concrete in cui si era verificato l'episodio e cioè avere l'imputato sparato contro l'autovettura dietro alla quale era nascosto un agente di polizia).

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