Cassazione penale Sez. III sentenza n. 739 del 4 febbraio 1981

(1 massima)

(massima n. 1)

L'art. 16 c.p. regola i rapporti tra il codice penale e le altre leggi penali, le quali, limitandosi a prevedere, nella normalitą dei casi, particolari figure di reati in corrispondenza di particolari e contingenti interessi da tutelare, in virtł dell'art. 16 si rimettono al codice penale in ordine all'applicazione di norme di carattere generale o di interi istituti giuridici. Cosģ, la facoltą riconosciuta al giudice dagli artt. 24, ultimo comma, e 26, ultimo comma c.p., di triplicare rispettivamente la pena della multa o quella dell'ammenda, quando ritenga che tali sanzioni pecuniarie, per le condizioni economiche dell'imputato, sarebbero inefficienti anche se irrogate nella misura massima edittale, permane pure in relazione alle pene pecuniarie comminate dalle leggi speciali posteriori all'emanazione del codice penale, sempre che queste non dispongano diversamente.

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