Cassazione civile Sez. Unite sentenza n. 14974 del 27 giugno 2007

(2 massime)

(massima n. 1)

Nel giudizio di separazione personale dei coniugi, la domanda di addebito è ritualmente proposta con la comparsa di risposta nel giudizio di primo grado, senza che rilevi la circostanza che in un ricorso, poi abbandonato, con il quale la stessa parte aveva precedentemente chiesto la separazione personale dal coniuge, non fosse stata proposta domanda di addebito; la decadenza maturata in tale diverso giudizio ha difatti valenza unicamente processuale (in relazione alle preclusioni nascenti dalla disciplina dettata dall'art. 183 c.p.c.), e non anche sostanziale, sicché non impedisce la proposizione della domanda di addebito in un diverso processo.

(massima n. 2)

Mentre le controversie risarcitorie per il danno da occupazione appropriativa, iniziate in periodo antecedente al 1° luglio 1998, rientrano nella giurisdizione del g.o., secondo l'antico criterio di riparto diritti soggettivi-interessi legittimi, e così anche le stesse controversie, se iniziate nel periodo dal 1° luglio 1998 al 10 agosto 2000, data di entrata in vigore della L. n. 205 del 2000, restano attribuite al g.o., per effetto della sentenza n. 281 del 2004, della Corte costituzionale, che ravvisando nell'art. 34 D.Lgs. n. 80 del 1998 anteriormente alla riscrittura con l'art. 7 della L. n. 205, un eccesso di delega, ha dichiarato l'incostituzionalità delle nuove ipotesi di giurisdizione esclusiva, sono attribuite alla giurisdizione del giudice amministrativo, le controversie risarcitorie per l'occupazione appropriativa iniziate a partire dal 10 agosto 2000, data di entrata in vigore dell'art. 34 D.Lgs. n. 80 del 1998, come riformulato dall'art. 7 L. n. 205 del 2000, non già perché la dichiarazione di pubblica utilità sia di per sé idonea ad affievolire il diritto di proprietà (l'occupazione e la trasformazione del suolo in assenza di decreto di espropriazione comporta lesione del diritto soggettivo), ma perché ricomprese nella giurisdizione esclusiva in materia urbanistico-edilizia (l'esistenza di una valida dichiarazione di pubblica utilità, mediante il riferimento, sia pure indiretto, al potere espropriativo, vale semplicemente a giustificare, come da sentenze n. 204 del 2004 e 191 del 2006, la legittimità costituzionale della creazione di una nuova ipotesi di giurisdizione esclusiva), mentre la stessa giurisdizione è attribuita dall'art. 53 D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327 se la dichiarazione di pubblica utilità sia intervenuta a partire dal 1° luglio 2003, data di entrata in vigore del T.U. espropriazioni.

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