Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43451 del 5 novembre 2004

(2 massime)

(massima n. 1)

Il rigetto, da parte del giudice dell'udienza preliminare, di una richiesta non condizionata di giudizio abbreviato costituisce provvedimento abnorme da cui deriva la indebita sottrazione del procedimento alla competenza funzionale ed esclusiva, in presenza di detta richiesta, dello stesso giudice, con la ulteriore conseguenza che devono riguardarsi come affetti da nullità tanto il decreto che dispone il giudizio quanto le sentenze di primo e di secondo grado, pronunciate all'esito del medesimo giudizio, condotto con il rito ordinario.

(massima n. 2)

In tema di dichiarazioni accusatorie provenienti da soggetti rientranti nelle previsioni di cui all'art. 192, commi 3 e 4, c.p.p., l'attitudine delle stesse a riscontrarsi le une con le altre, al fine della loro valutabilità come piena prova a carico dell'imputato, richiede che trattisi di dichiarazioni realmente autonome, nel senso che non si siano reciprocamente condizionate, e che le stesse siano, inoltre, munite di un elevato grado di intrinseca attendibilità, che ne garantisca, la convergenza effettiva, puntuale e specifica. Esse, quindi, pur non dovendo essere completamente sovrapponibili, devono però essere realmente concordanti, in modo da permettere la verifica della loro piena affidabilità relativamente al fatto attribuito all'imputato ed alla di lui penale responsabilità.

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