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ISEE 2024, se sbagli a compilarlo rischi sanzioni pesanti e la reclusione: ecco cosa fare nel caso hai commesso errori

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ISEE 2024, se sbagli a compilarlo rischi sanzioni pesanti e la reclusione: ecco cosa fare nel caso hai commesso errori
La presentazione di un ISEE errato: quando si commette reato? Cosa si può fare per correggere l’errore? Ecco cosa dice la legge
L’ISEE (l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente) indica qual è la situazione economica complessiva del nucleo familiare.

Come forse sai, in generale, per poter richiedere bonus erogati dallo Stato o dall’INPS, è obbligatorio proprio presentare l’ISEE (spesso, per accedere a benefici e sussidi, le famiglie devono dimostrare di avere un ISEE basso).

Però, c’è un dubbio: cosa succede se si presenta un ISEE sbagliato? Vediamo cosa si rischia e se ci sono possibilità di rimediare all’errore.

Innanzitutto, devi sapere che, per calcolare l’ISEE di una famiglia, bisogna fare riferimento alla D.S.U. (cioè, la Dichiarazione Sostitutiva Unica). È un documento che contiene una serie di informazioni (anagrafiche, reddituali e patrimoniali) necessarie per delineare la situazione economica del nucleo familiare.

Chiaramente, se la D.S.U. presenta qualche errore, anche l’ISEE sarà sbagliato. Però, cosa accade se viene presentato un ISEE errato e ci si accorge dello sbaglio soltanto successivamente o quando già si sta ricevendo l’agevolazione?

In questi casi, gli Enti preposti (come, ad esempio, l’INPS) effettuano dei controlli e possono comunicare le eventuali incongruenze. Tuttavia, se l’interessato non provvede a rettificare nonostante tale comunicazione, egli corre il rischio di subire sanzioni. Sanzioni che possono essere amministrative o, addirittura, penali.

Quando c’è il pericolo della sanzione penale?

Il codice penale (l’art. 316 ter del c.p.) prevede e punisce la condotta di chi percepisce indebitamente erogazioni pubbliche mediante l’uso o la presentazione di documenti falsi o attestanti cose non vere oppure mediante l’omissione di informazioni dovute.

Ebbene, tutto dipende dall’ammontare del beneficio economico ricevuto indebitamente.

Allora, quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a 3.999,96 euro, si può subire solo una sanzione amministrativa da 5.164 euro a 25.822 euro. Tuttavia, l’ammontare della sanzione non può comunque superare il triplo del beneficio ricevuto con la presentazione dell’ISEE sbagliato.

Però, attenzione. Quando il bonus ottenuto indebitamente è superiore alla somma di 3.999,96 euro, si va incontro a sanzione penale. Infatti, si rischia la pena della reclusione da sei mesi a tre anni.

Se ci si è accorti dell’errore, è possibile correggere l’ISEE sbagliato?

Oltre ad incorrere in sanzioni, ci sono anche conseguenze indirette. Innanzitutto, c’è la revoca del bonus ottenuto con la presentazione dell’ISEE sbagliato. Inoltre, l’Ente preposto si muoverà per recuperare le somme ricevute indebitamente dall’interessato. Però, ci sono situazioni in cui l’Ente chiede al soggetto di versare la differenza indebitamente fruita (ad esempio, ciò accade per le tasse universitarie).

Tuttavia, l’ISEE errato può essere corretto?

La risposta è sì. Se si è ancora in tempo, ci sono due modi per correggere l’ISEE.
Una prima modalità è presentare un modello integrativo FC3: ossia, un documento con cui aggiungere le informazioni mancanti. Questo modello deve essere inoltrato entro 15 giorni dalla presentazione della dichiarazione ISEE.
Una seconda modalità consiste nell’inviare un’altra D.S.U. (con i dati corretti) per il nuovo calcolo dell’ISEE. La presentazione deve avvenire negli stessi tempi appena visti.

Ancora una precisazione. Se l’ISEE è sbagliato per errori del CAF (Centro di Assistenza Fiscale) o del professionista abilitato, il contribuente può inviare una diffida intimando di provvedere alle correzioni. Se l’interessato ha perso benefici a causa degli errori dell’intermediario, può richiedere il risarcimento del danno.

Però ci si riferisce ai casi di negligenza dell’intermediario (ad esempio, se non ha riportato le informazioni regolarmente date dall’interessato). Infatti, la giurisprudenza (Corte di Appello di Lecce, con sentenza n. 700 del 2021) ha precisato che i CAF o i professionisti abilitati devono raccogliere le notizie date dai clienti e compilare le dichiarazioni, ma non sono responsabili di eventuali omissioni od errori (essi devono avvisare l’utente delle eventuali sanzioni, nel caso di dichiarazioni incomplete o mendaci).


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