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Ecco quando scattano i controlli del fisco sui bonifici bancari: attenzione alla causale da non utilizzare

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Ecco quando scattano i controlli del fisco sui bonifici bancari: attenzione alla causale da non utilizzare
Che causale inserire per effettuare un bonifico ed evitare controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate? Scopriamolo insieme
Tutti ormai utilizzano il bonifico bancario che è tra i mezzi di pagamento più amati dagli italiani, ma è legittimo chiedersi come si fa ad evitare di avere problemi con il fisco.
Per prima cosa, occorre fare molta attenzione alla causale del bonifico, la quale deve essere sempre chiara e precisa. Infatti, ogni movimento di denaro deve essere sempre giustificato ed eseguito con strumenti di pagamento tracciabili.
Una corretta causale del bonifico serve ad indicare a che titolo avviene il trasferimento di denaro da un conto bancario all’altro.

Ma quale causale utilizzare per evitare problemi con il fisco? Innanzitutto occorre distinguere il tipo di operazione per cui è stato effettuato il bonifico: potrebbe trattarsi di una donazione, di un prestito, del pagamento del canone di locazione e così via. Ogni operazione necessita di una causale diversa e specifica.
Scopo della causale è proprio quello di provare la dazione di denaro. In realtà l’indicazione della causale di un bonifico non è obbligatoria e, dunque, non vincolante affinché sia considerata valida l’operazione di trasferimento di denaro. Quindi, teoricamente si potrebbe anche evitare di inserirla.
Tuttavia, questa omissione potrebbe rivelarsi controproducente in caso di indagini dell’Agenzia delle Entrate. Basti pensare che, banalmente, l’assenza della causale renderebbe più difficile dimostrare, ad esempio, il pagamento di un debito. E quindi, nel dubbio abbondare è meglio che difettare.
In questo caso, ecco alcuni esempi di causali da poter utilizzare:
  • causale per donazione o prestito: nel caso di donazione tra familiari, effettuata tramite bonifico, con importo di modico valore, sarà possibile indicare come causale la dicitura: prestito infruttifero, regalo, donazione, regalia ecc.. Ancora, nel caso in cui la donazione o il prestito avvengano per un motivo ben determinato è sempre opportuno indicarlo. Ad esempio: regalo per matrimonio, regalo per comunione nipote, prestito per acquisto di automobile e così via. Sempre meglio indicare anche il nome del parente o dell’amico a cui è diretto il bonifico. Per importi più alti invece la sola causale potrebbe non bastare, occorrendo magari ricorrere ad una scrittura privata;
  • causale per pagamenti: nel caso il bonifico serva a pagare dei servizi, forniture di beni o prodotti ricevuti è importante riportare nella causale i numeri identificativi delle fatture in questione. Buona norma è anche specificare se si sta pagando un acconto o l’intero prezzo del servizio;
  • causale per bonus edilizia e ristrutturazioni della prima casa o di parti comuni del condominio. In questo caso, per ottenere le detrazioni fiscali è necessario il effettuare d. “bonifico parlante“. Questo tipo di bonifico contiene delle informazioni aggiuntive rispetto a quello ordinario, come il codice fiscale del soggetto pagante, la partita Iva dell’impresa che ha effettuato i lavori, nonché la norma di legge che consente di ottenere l’agevolazione fiscale;
  • causale per locazione e affitto: per le locazioni di immobili, ad uso abitativo o commerciali, nella causale va riportata semplicemente la dicitura “canone di affitto” o “canone di locazione”. Inoltre, è importante indicare sia l’anno che il mese a cui il bonifico si riferisce. Ad es. canone di locazione giugno 2023;
  • causale per pagamento parcella avvocato o professionista. Anche nel caso di pagamento di una parcella di un professionista va indicata nella causale la ragione del bonifico. Il pagamento dovrà sempre fare riferimento ad un numero di fattura che andrà indicato nella causale. Un esempio di causale potrebbe essere: “Saldo onorario avv. Rossi vs. Fattura n. ___ del ________”.


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