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È reato diffondere i fuorionda in TV? Ecco ciò che molti ignorano: il caso Giambruno fa discutere

È reato diffondere i fuorionda in TV? Ecco ciò che molti ignorano: il caso Giambruno fa discutere
I fuorionda possono essere pubblicati o si rischia sempre una denuncia? Striscia deve fare attenzione
Giambruno e i suoi fuorionda hanno monopolizzato l’attenzione pubblica negli ultimi giorni. Gli spezzoni di video resi pubblici da “Striscia La Notizia” hanno creato scalpore nell’opinione pubblica e tutti, chi più chi meno, hanno parlato di questa vicenda.

Tra i molti spunti di discussione su questo caso, si è posto il problema dell’uso di questi fuorionda da parte del programma di Antonio Ricci. È legale oppure no?

Si tratta di una questione delicata perché si oscilla tra il diritto alla riservatezza e alla tutela della reputazione e la libertà di manifestazione del pensiero. Da un lato, si deve garantire il diritto alla privacy e la tutela dell’immagine dei soggetti coinvolti nei fuorionda. Dall’altro lato, deve anche assicurarsi il diritto di cronaca e di satira ai sensi dell’art. 21 Cost..

Striscia La Notizia, diffondendo frammenti di fuorionda di altri programmi, ha commesso un reato? Cerchiamo di capire cosa stabilisce la legge.

Si potrebbe pensare che si sia stato commesso il reato di intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche: il codice penale (art. 617 quater del c.p.) punisce chi, in modo fraudolento, intercetta comunicazioni informatiche o telematiche e poi ne rivela il contenuto. Ma è proprio così?

Innanzitutto, devi sapere che, se c’è il consenso, la pubblicazione di fuorionda è legale e non ci sono problemi in relazione al diritto alla privacy del giornalista. Infatti, solitamente, le aziende televisive, quando si deve registrare una trasmissione, fanno firmare una liberatoria ai soggetti che vengono ripresi dalle telecamere nello studio televisivo. Con la firma della liberatoria, c’è il consenso all’utilizzo delle immagini fuorionda e, quindi, anche alla pubblicazione delle stesse da parte di programmi come Striscia La Notizia. E, molto probabilmente, anche Mediaset fa sottoscrivere liberatorie di questo genere.

Peraltro, nel caso di Giambruno, si deve anche considerare che i fuorionda della trasmissione “Diario del giorno” sono stati diffusi da Striscia La Notizia che fa parte dello stesso gruppo: infatti, Mediaset è editore sia del programma in onda su Rete 4, sia del programma satirico su Canale 5. Questo significa che non si pone alcun problema di violazione dei diritti sulla registrazione resa pubblica.

E se non c’è il consenso? Per la giurisprudenza europea (la Corte europea dei diritti dell’Uomo), la pubblicazione di fuorionda è comunque legale, anche quando gli spezzoni sono stati reperiti in modo illecito, quando si tratta di fatti di interesse pubblico. E, chiaramente, la vicenda dell’ormai ex compagno della Meloni è un fatto di grande interesse per la collettività. In questo caso, Striscia non ha commesso alcun reato perché si applica la causa di giustificazione dell’esercizio del diritto di satira (art. 51 del c.p.).

E in tutti gli altri casi? Tra i vari commenti, alcuni hanno detto che si potrebbe ipotizzare la commissione del reato di intercettazione illegale di comunicazioni informatiche o telematiche ai sensi dell’art. 617 quater del c.p..

In realtà, la risposta non è proprio così scontata perché, a ben vedere, il codice penale punisce chi, in modo disonesto, acquisisce e diffonde comunicazioni informatiche o telematiche.

Però, nel caso Giambruno, è vero che c’è l’acquisizione di una registrazione, ma non è così scontato dire che “Striscia La Notizia” abbia acquisito, in modo disonesto, quegli spezzoni di fuorionda. In fin dei conti, si tratta pur sempre di registrazioni avvenute all’interno di uno studio televisivo con annesse telecamere e microfoni.

Per di più, si tratta comunque di due programmi Mediaset. Discorso diverso sarebbe stato se Striscia avesse “intercettato” fuorionda di emittenti concorrenti come la Rai. Infatti devi sapere che, in passato, la Rai ha denunciato Antonio Ricci proprio per l’art. 617 quater del c.p. e il regista di Striscia è stato condannato.

Come si svilupperà la situazione? Si vedrà se il programma satirico di Canale 5 cavalcherà ancora l'onda (o, meglio, il fuorionda) provocata da questa storia.


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