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Dipendenti pubblici, novità su pensioni anticipate nel 2024: ecco cosa cambia, quali sono i requisiti e come ottenerla

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Dipendenti pubblici, novità su pensioni anticipate nel 2024: ecco cosa cambia, quali sono i requisiti e come ottenerla
Tutti i modi per i dipendenti pubblici per accedere al prepensionamento. Ecco cosa cambia nel 2024
I dipendenti della Pubblica Amministrazione avranno diverse possibilità per accedere al prepensionamento nel 2024. La scelta varia a seconda degli anni di anzianità contributiva e dell’età anagrafica.
Ecco tutte le modalità di pensione anticipata (con le relative novità) per il 2024:

  • Quota 103: con la quale sarà possibile andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Ciò a condizione che questi requisiti vengano maturati entro il 31 dicembre 2024. La Quota 103 del 2024 è stata fortemente depotenziata dalla legge n. 213/2023. Rispetto al 2023, infatti, la pensione verrà calcolata con il sistema contributivo, e con un tetto massimo dell’assegno pari a quattro volte il minimo fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.


  • APE sociale: riguarda le categorie di lavoraori (anche statali) più deboli: a) disoccupati con esaurimento integrale dell'indennità di disoccupazione; b) invalidi civili almeno al 74%; c) caregivers; d) addetti ad attività «difficoltose e rischiose». L’APE sociale permette il prepensionamento ai lavoratori che hanno raggiunto i 63 anni e 5 mesi di età anagrafica (fino allo scorso anno erano 63 anni) e 30 anni di contributi (36 anni in caso di attività usuranti). L’APE sociale è preclusa ai lavoratori pubblici che siano già titolari di pensioni dirette.


  • Opzione donna: Resta nel 2024 la possibilità riservata alle donne (ciò vale anche per il settore pubblico) di andare in pensione anticipata, solo se si accetta che il calcolo dell’assegno sia fatto con il sistema contributivo. Da quest’anno si alza il requisito minimo dell’età a 61 anni (erano 60 nel 2023). Rimane invariato il minimo di contribuzione effettiva fissato a 35 anni. Infine, è previsto uno sconto di un anno sul requisito anagrafico per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. Può beneficiare dell’opzione donna solo chi rientra in queste categorie: a) caregivers; b) in possesso di una invalidità civile almeno al 74%; c) in esubero (lavoratrici dipendenti o licenziate) da aziende dove è stato aperto un tavolo di crisi.


  • Pensione per lavoratori precoci: tale opzione consente il prepensionamento di coloro che hanno cominciato a lavorare in età molto giovane (tra i 16 e i 18 anni) e hanno versato i contributi prima di aver compiuto 19 anni di età. Per tali persone sarà possibile andare in pensione a 60 anni, qualora abbiano raggiunto 41 anni di contributi.


  • Pensione anticipata ordinaria: è riservata a tutti i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria, che abbiano iniziato l’attività lavorativa prima del 1996 e che abbiano versato 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (per le donne), indipendentemente dall’età anagrafica.


Pensione anticipata dipendenti pubblici: le novità della Legge di Bilancio
L’art. 1, comma 157 della Legge di Bilancio ha predisposto un’importante novità per le pensioni dei dipendenti pubblici, ossia un nuovo sistema di calcolo delle quote di pensione.

Ciò interessa gli iscritti delle seguenti casse:

  • Cassa per le pensioni ai dipendenti degli Enti locali (CPDEL);
  • Cassa per le pensioni dei sanitari (CPS);
  • Cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (CPI);
  • Cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari ed ai coadiutori (CPUG).


In particolar modo, la Legge di Bilancio dispone che le quote di pensione di tali dipendenti pubblici siano liquidate a decorrere dal 1° gennaio 2024, secondo il sistema retributivo, ma solo per anzianità inferiori a 15 anni.
Al contrario, per le anzianità superiori a 15 anni non sono previste novità, in quanto continua ad essere applicato il vecchio sistema contributivo o misto, come previsto dalla Legge del 26 luglio 1965 n. 965.


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