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Dipendenti pubblici, in arrivo l'aumento degli stipendi: ecco le buone notizie dal nuovo rapporto ARAN 2024

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Dipendenti pubblici, in arrivo l'aumento degli stipendi: ecco le buone notizie dal nuovo rapporto ARAN 2024
Aumenti di stipendio per i dipendenti statali: ecco le novità
Al giorno d'oggi, lo sappiamo, esiste il mito del "posto fisso". Prima i laureati aspiravano soprattutto ad essere professionisti o a lavorare in azienda, ma ad oggi la parola d'ordine è: concorsi. Non vogliamo generalizzare, ma i dati delle domande presentate quando viene bandito un concorso pubblico parlano chiaro. Questo perché solo nel pubblico sembra potersi raggiungere l'agognato equilibrio tra il lavorare il giusto numero di ore e portare a casa uno stipendio dignitoso.

Insomma, se sei un dipendente statale puoi ritenerti fortunato e, inoltre, per te sono in arrivo importanti novità.

Recentemente, difatti, è stato pubblicato il Rapporto Semestrale dell’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, che fa il punto sulla nuova tornata contrattuale del 2022-2024, formalmente avviata nel mese di gennaio con la trasmissione all'Agenzia da parte del Ministro della Pubblica amministrazione della "direttiva madre".

Ebbene, dal rapporto emerge che, a seguito dell'approvazione dell'ultima legge di bilancio, sono state stanziate risorse per circa 10 miliardi di euro, destinate ai rinnovi contrattuali, che condurranno quindi ad una crescita delle retribuzioni di circa il 6%.

Inoltre, dal rapporto emerge che, per alcuni settori o comparti, da specifiche disposizioni di legge sono stati altresì stanziati ulteriori 700 milioni di euro circa, con un incremento medio riconosciuto sul triennio del 6,2%.

In merito alle risorse stanziate, va sottolineato che circa la metà sono state già anticipate, attraverso l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale, a partire dal 2022, nonché attraverso un'anticipazione avvenuta a fine 2023 con il D.L. n. 145/2023, ossia il “decreto anticipi”.

Ma, concretamente, a quanto ammontano gli aumenti?

Questi si aggirano attorno ai 160 euro al mese, di cui circa 70 già anticipati sotto forma di IVC complessiva, ossia appunto l'indennità di vacanza contrattuale.

Facendo il raffronto con le precedenti tornate contrattuali, viene evidenziato nel rapporto che, a fronte del 6% riconosciuto appunto per il triennio 2022-2024, l’incremento fu invece del 3,5% nel 2016-2018, con un incremento retributivo di circa 90 euro, e del 4% nel 2019-2021, con un incremento retributivo di quasi 110 euro.

Per quanto riguarda i tassi di inflazione, invece, questi sono risultati inferiori agli incrementi riconosciuti nelle ultime due tornate contrattuali, mentre risultano sensibilmente superiori nel triennio 2022-2024.

Quale effetto delle anticipazioni erogate alla fine di dicembre 2023, in virtù appunto del decreto anticipi (con cui è stato erogato al personale assunto a tempo indeterminato delle amministrazioni dello Stato l’importo annuo della maggiorazione di IVC calcolata in misura pari a 6,7 volte l’IVC base), la seconda sezione del Rapporto, dedicata alla dinamica delle retribuzioni contrattuali, rilevata da Istat a fine gennaio scorso, evidenzia un incremento del 16,6% delle retribuzioni nel pubblico impiego nel mese di dicembre, rispetto al mese precedente. È la cosiddetta variazione congiunturale.

Ebbene, le retribuzioni del personale non dirigente della pubblica amministrazione hanno registrato quindi a dicembre 2023 un aumento del 19,7% grazie all'anticipo dell'indennità di vacanza, mentre, per quanto riguarda la dirigenza contrattualizzata Aran, l'aumento congiunturale di dicembre 2023 è stato dell'1,7%. E questo in quanto, essendo costituita in larga parte dalla dirigenza medica, operante presso amministrazioni non statali, non era dovuto l'anticipo dell'indennità a dicembre 2023.

L'attuale Presidente dell'Aran, Antonio Naddeo, ha espresso soddisfazione per quanto fatto, ritenendo che le risorse stanziate per i rinnovi non solo riconoscano il valore cruciale del lavoro svolto dal pubblico impiego, ma rappresentino anche un segno di fiducia e un investimento fondamentale dello Stato nel futuro della PA.


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