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Tassa di successione, non tutti devono pagarla. Ecco chi è esonerato dal pagamento secondo la legge e cosa bisogna fare

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Tassa di successione, non tutti devono pagarla. Ecco chi è esonerato dal pagamento secondo la legge e cosa bisogna fare
Cos'è l'imposta di successione? Devono pagarla tutti? No, la legge permette, per alcune categorie di soggetti e di beni, l'esonero dal pagamento dell'imposta. Vediamo quali sono
Quando una persona viene a mancare, i beni di proprietà del defunto vengono trasferiti agli eredi. Questo trasferimento dei beni, specie se superiore a certi valori, comporta l’onere di presentare all’Agenzia delle entrate la c.d. dichiarazione di successione, indicando tutto quanto si è ricevuto in eredità.
Ciò fatto, l’Agenzia delle Entrate procederà a richiedere, entro tre anni al massimo, il pagamento dell’imposta di successione, ossia la tassa applicata per il trasferimento dei beni del defunto.
Tale tipo di imposta è obbligatorio nel caso in cui l’eredità lasciataci dal caro defunto sia costituita da denaro, beni immobili e diritti reali, obbligazioni e crediti.

A quanto ammonta l’imposta di successione?
In realtà il valore dell’imposta dipende dal tipo di erede coinvolto. Nel caso dei parenti in linea retta l’aliquota fiscale è del 4%, mentre sale al 6% per i parenti fino al quarto grado e all’8% per gli altri eredi. Per ogni categoria di eredi, inoltre, è applicata una franchigia diversa. Al coniuge e ai parenti in linea retta si applica una franchigia di 1 milione di euro che scende a 100.000 euro per i fratelli. Non ci sono franchigie per le altre categorie di eredi.

Chi deve presentare la dichiarazione di successione?
A dover presentare la dichiarazione di successione sono gli eredi, i quali devono effettuare questa operazione entro dodici mesi dall’apertura della successione (che solitamente coincide con la morte del de cuius).
Più precisamente, sono tenuti a presentare la dichiarazione di successione i chiamati all’eredità, i legatari e i loro rappresentanti, gli immessi nel possesso dei beni ereditari, gli amministratori dell’eredità, i curatori dell’eredità giacente e gli esecutori testamentari.
La dichiarazione può essere presentata utilizzando i servizi telematici forniti direttamente dall’Agenzia delle Entrate. In alternativa è possibile affidarsi a un intermediario abilitato o agli uffici competenti dell’Agenzia.

Quando non si paga l’imposta di successione?
In alcuni casi si è esentati dal pagare l’imposta di successione. Innanzitutto, il chiamato all’eredità che decide di rinunciare alla stessa non dovrà presentare la dichiarazione di successione e, quindi, non dovrà pagare l’imposta conseguente. Anche gli eredi che siano ONLUS o religiosi sono esentati dal pagare l’imposta di successione. Mentre, nel caso di erede disabile (Legge 104/1992), la franchigia al di sotto della quale non è dovuta l’imposta di successione sale a 1,5 milioni di euro.

Infine, non è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione quando si verificano le seguenti condizioni:
  • Il valore del bene non supera i 100.000 euro;
  • L’eredità non include beni immobili o diritti reali immobiliari;
  • L’eredità è stata devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto.
Anche alcune categorie di beni sono esclusi dal pagamento dell’imposta di successione, in quanto non formano attività ereditarie e sono:
  • I titoli emessi dallo stato;
  • I crediti vantati nei confronti dello Stato e non ancora riconosciuti;
  • I crediti rivendicati in sede giudiziaria quando ancora non si è giunti a sentenza;
  • I trattamenti di fine rapporto e indennità da lavoro non ancora percepite al momento del decesso;
  • I beni immobili iscritti nel Pubblico registro automobilistico;
  • I beni culturali assoggettati ai veicoli di pregio architettonico, storico o culturale;
  • Il passaggio di aziende o di rami di aziende;
  • Le quote sociali;
  • Le azioni ereditate dal coniuge e dagli eredi in linea retta;
  • Le indennità previste dalle assicurazioni previdenziali del defunto.


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