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Naspi, ti spetta anche in caso di dimissioni per giusta causa: novità INPS sull’indennità di disoccupazione

Naspi, ti spetta anche in caso di dimissioni per giusta causa: novità INPS sull’indennità di disoccupazione
La Naspi spetta anche in caso di dimissioni volontarie? L’Inps interviene e chiarisce, vediamo come
L’Inps di recente è intervenuto su un tasto dolente in tema di lavoro e di rapporto dipendente a tempo indeterminato, anzi, diciamolo pure, su due tasti dolenti: il trasferimento del lavoratore ad altra sede, distante dalla sua abituale residenza, e l’indennità di disoccupazione (Naspi).

Il trasferimento da una sede di lavoro a un'altra è forse uno degli eventi più temuti dal lavoratore dipendente. I contratti collettivi (CCNL) stabiliscono che il datore di lavoro deve comunicare il trasferimento per iscritto e deve motivarlo (in genere il trasferimento è dovuto a ragioni organizzative o produttive).

Ma, anche se correttamente comunicato e motivato, un trasferimento significativo (pensiamo ad un trasferimento di sede a chilometri e chilometri di distanza dalla propria residenza) può essere un'esperienza stressante e, spesso, per ragioni organizzative e familiari, i dipendenti si trovano nella posizione di non poterlo affrontare e quindi dover rassegnare le dimissioni.

In questa situazione, il lavoratore si potrebbe trovare non solo senza lavoro, ma anche senza indennità di disoccupazione: la Naspi.

La Naspi è un’indennità mensile di disoccupazione prevista per i lavoratori a tempo indeterminato che perdono involontariamente la propria occupazione.

Ed è proprio quell’“involontariamente” che deve catturare la nostra attenzione: il lavoratore che presenta le sue dimissioni perché non riesce a trasferirsi in altra sede ha diritto a percepire la Naspi?
Il fatto che si tratti di dimissioni (volontarie) e non di licenziamento lo esclude automaticamente dal ricevere questa indennità?

Ebbene, l’Inps interviene a rassicurare chi si trovi in questa spiacevole situazione: in caso di trasferimento del lavoratore dipendente ad una sede a più di 50 km di distanza dalla sua attuale residenza, le dimissioni sono considerate dimissioni per giusta causa, poiché derivano da un evento che rende improseguibile il rapporto di lavoro, senza coinvolgimento volontario del dipendente.

Il lavoratore ha dunque diritto alla Naspi. Il trasferimento però deve essere superiore ai 50 km dalla residenza abituale.

Chiarito ora il diritto alla Naspi del lavoratore che si dimette a causa di un trasferimento a più di 50 km, vediamo quali sono i requisiti che devono sussistere per ottenere questa indennità di disoccupazione.


La Naspi spetta dunque a:

  • lavoratori dipendenti
  • apprendisti
  • soci lavoratori di cooperativa
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato


Non hanno diritto alla Naspi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.

Chi rientra tra le categorie sopra citate e ha perso involontariamente il lavoro, può chiedere la Naspi se possiede tutti i seguenti requisiti:

  • è in stato di disoccupazione (cioè privo di lavoro e immediatamente disponibile a una nuova attività lavorativa)
  • ha almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione


Effettuare la domanda di NASPI in modo tempestivo è importante, vediamo allora anche i termini per la presentazione.

La Naspi decorre dall'ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, ma la domanda deve essere presentata entro gli 8 giorni dal termine dello stesso oppure decorre dal giorno successivo alla domanda, se la stessa viene effettuata dopo l'ottavo giorno dalla cessazione del rapporto.

In ogni caso bisogna fare attenzione a non superare il termine massimo di 68 giorni dalla cessazione del rapporto lavorativo.

La durata dell’erogazione varia da lavoratore a lavoratore e dipende dai contributi versati nei quattro anni precedenti la fine del rapporto di lavoro.

Essa è calcolata come la metà delle settimane di contributi accumulati in questo periodo, con un limite massimo di 24 mesi.

Ad esempio, se un lavoratore ha versato contributi per l'intero periodo di quattro anni, avrà diritto alla NASPI per 24 mesi. Invece, se ha versato contributi solo per 12 mesi, l'indennità sarà erogata per soli 6 mesi.

Inoltre, l'importo dell'indennità è determinato considerando le retribuzioni medie mensili degli ultimi quattro anni di lavoro. L'importo iniziale è pari al 75% di questa media, ma a partire dal quarto mese, l'indennità diminuisce del 4%.

In sintesi, se ti trovi nella situazione difficile di affrontare un trasferimento lavorativo oltre i 50 km che ti costringe a dimetterti, è importante che tu sappia che hai diritto alla NASPI, progettata proprio per offrire un supporto finanziario durante un periodo di transizione e incertezza lavorativa.


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