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Storia e filosofia del diritto -

Dai Diritti al Terrore: ritratto di Robespierre

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Laurea liv. I
ATENEO: Universitą degli Studi di Torino
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Maximilien De Robespierre è, tra i personaggi della rivoluzione francese, sicuramente il più controverso. È il nome della contraddizione che continua ad attraversare il rapporto dei francesi con la loro rivoluzione – sottolinea il filosofo Marcel Gauchet – eroe per gli uni, contraltare negativo per gli altri; ne incarna allo stesso tempo la promessa sempre viva e la sanguinosa impasse.
I primi anni della Rivoluzione ci hanno lasciato in eredità personaggi celebri come Luigi XVI, Mirabeau, Sieyès, La Fayette, Brissot, e Danton; ma nessun altro come Robespierre ha saputo calamitare su di sé l’attenzione dei colleghi e del popolo parigino durante il quinquennio che va dal maggio 1789 al 28 luglio 1794. Arrivato nella Capitale per la convocazione degli Stati Generali in rappresentanza del terzo stato come giovane avvocato dell’Artois, è stato uno dei primi firmatari del Giuramento della Pallacorda. Fin da subito ha saputo farsi notare dai colleghi grazie al suo ruolo di fermo oppositore. Strenuo difensore della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, ha sempre anteposto il bene comune al proprio tornaconto personale.
Durante i lavori per la redazione della prima costituzione scritta della Francia ha combattuto tenacemente contro il suffragio censitario e contro il veto reale. Si è opposto ad ogni tipo di limitazione alle libertà personali. È così che è nato il mito dell’incorruttibile.
Nel 1793 la difficile situazione interna colpita dalla rivolta vandeana e dall’insurrezione federalista, unita al pericolo dell'esercito straniero sui confini, hanno imposto una metamorfosi nel suo personaggio portandolo ad impegnarsi come uomo di governo. Non si tratta più di difendere i principî, bensì di applicarli in prima persona.
Con l’ingresso, il 27 luglio 1793, nel Comitato di salute pubblica inizia l’ultimo anno della vita dell’incorruttibile. È in questo periodo che l’uomo di governo fa i conti con la realtà dei fatti e capisce che per portare a termine la rifondazione della Repubblica servono misure eccezionali. Introduce concetti che rappresentano un’evoluzione della propria concezione politica quali la virtù, il Terrore e l’essere supremo. La logica del complotto contro la Repubblica è un elemento centrale nel suo pensiero tanto da portarlo all’eliminazione fisica di tutte le fazioni avversarie. Prima gli esagerati, poi gli indulgenti: nessuno viene risparmiato, nemmeno lo stato maggiore della Comune. Questa ossessione per i cospiratori lo porta sempre più ad estraniarsi dalla realtà dei fatti e crea forti dissapori all’interno della convenzione. Da incorruttibile, diventa per i colleghi un vero e proprio tiranno che occorre al più presto sconfiggere.
In Robespierre troviamo sicuramente Rousseau, unico autore che cita più volte e del quale ammetta l’influsso sul proprio pensiero. Troviamo anche Montesquieu, soprattutto nella fase liberale della rivoluzione, mentre Mably è suo riferimento durante il Terrore. Non è un autore che espone la propria dottrina, ma un abile politico che ha appreso concetti dai celebri pensatori che lo hanno preceduto. La sua abilità risiede nel fatto di far sue queste idee, elaborarle e metterle in pratica nella effervescente realtà politica francese di fine secolo. La sua logica dei principî in continua evoluzione lo ha portato, tra il 1793 e il 1794, a chiudersi all’interno di una visione insostenibile di una società che deve essere rigenerata nelle fondamenta per portare a termine la Rivoluzione.
Questo lavoro non si pone l’obiettivo di valutare il personaggio, non sono bastati due secoli agli storici per decifrare tale dilemma; bensì cerca di ripercorre la sua carriera politica analizzando i suoi discorsi e le sue azioni. Ogni lettore potrà in seguito elaborare il proprio giudizio.

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Norme di riferimento

  • Testi Costituzionali scritti durante la Rivoluzione Francese
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