Cassazione civile Sez. I sentenza n. 4851 del 11 marzo 2016

(1 massima)

(massima n. 1)

La cosiddetta "dicatio ad patriam", quale modo di costituzione di una servitł di uso pubblico, consiste nel comportamento del proprietario che, seppure non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuitą (non di precarietą e tolleranza), un proprio bene a disposizione della collettivitą, assoggettandolo al correlativo uso, al fine di soddisfare un'esigenza comune ai membri di tale collettivitą "uti cives", indipendentemente dai motivi per i quali detto comportamento venga tenuto, dalla sua spontaneitą e dallo spirito che lo anima. (In applicazione dell'anzidetto principio, la S.C. ha confermato, sul punto, la sentenza impugnata, che aveva ritenuto che i privati avessero inteso destinare le aree di loro proprietą all'uso, come strada, dei soli proprietari e utenti degli edifici, costruiti o da costruire, sui diversi lotti fronteggianti, con conseguente illegittimitą della condotta del Comune che, occupandole, ne le aveva sottratto ai proprietari realizzandovi opere stabili che ne avevano mutato irreversibilmente la conformazione).

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