Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9205 del 1 marzo 2004

(1 massima)

(massima n. 1)

Per la configurazione dell'ipotesi delittuosa del peculato d'uso di cui all'art. 314, comma secondo c.p., è necessario che la durata dell'appropriazione non superi il tempo di utilizzazione della cosa sottratta, così da comportare una sottrazione della stessa alla sua destinazione istituzionale tale da non compromettere seriamente la funzionalità della pubblica amministrazione. Inoltre è essenziale il rapporto di funzionalità della cosa sottratta rispetto alla natura dell'uso momentaneo per cui si fa ricorso all'appropriazione (in applicazione di tale principio, la Corte ha ritenuto corretta la qualificazione del giudice di merito che aveva ritenuto integrato il reato di peculato, anziché quello di peculato d'uso, nella condotta dell'imputato, il quale aveva smontato dal proprio computer d'ufficio dei pezzi per installarli su quello privato per svolgere il proprio lavoro a domicilio, ancorché, alcuni come il DVD, non necessari per tale uso, rimontandoli solo al momento in cui la manomissione era stata scoperta).

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