Cassazione penale Sez. I sentenza n. 4729 del 13 gennaio 1993

(1 massima)

(massima n. 1)

Il decreto penale di condanna costituisce un provvedimento giurisdizionale assimilabile alla sentenza di condanna, che presuppone l'esistenza d'un processo, il quale in esso vede uno dei possibili modi di propria definizione e l'avvenuto radicamento della competenza in capo al giudice che lo emette; l'opposizione, infatti, serve a instaurare il giudizio ordinario davanti al pretore — giudice del dibattimento — della stessa sede cui appartiene il Gip che ha emesso il decreto opposto. Ne consegue che, radicandosi la competenza a giudicare al momento dell'emissione del decreto, non trovano applicazione, in virtł del principio della perpetuatio competentiae, le norme modificatrici dei criteri di determinazione della competenza per territorio, successive a tale momento. (Fattispecie in cui si discuteva se la competenza a giudicare, a seguito di opposizione, di un reato di emissione di assegno a vuoto per il quale era stato emesso decreto penale di condanna anteriormente alla entrata in vigore della L. 15 dicembre 1990, n. 386 dovesse determinarsi secondo l'art. 4 di tale legge ovvero — come ritenuto dalla Cassazione sulla scorta del principio di cui in massima — secondo la precedente normativa).

Hai un dubbio o un problema su questo argomento?

Scrivi alla nostra redazione giuridica

e ricevi la tua risposta entro 5 giorni a soli 29,90 €

Nel caso si necessiti di allegare documentazione o altro materiale informativo relativo al quesito posto, basterà seguire le indicazioni che verranno fornite via email una volta effettuato il pagamento.