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Articolo 1520 Codice Civile

(R.D. 16 marzo 1942, n. 262)

[Aggiornato al 07/03/2024]

Vendita con riserva di gradimento

Dispositivo dell'art. 1520 Codice Civile

(1)Quando si vendono cose con riserva di gradimento da parte del compratore, la vendita non si perfeziona fino a che il gradimento non sia comunicato al venditore [1334](2).

Se l'esame della cosa deve farsi presso il venditore, questi è liberato, qualora il compratore non vi proceda nel termine stabilito dal contratto o dagli usi, o, in mancanza, in un termine congruo fissato dal venditore.

Se la cosa si trova presso il compratore e questi non si pronunzia nel termine sopra indicato, la cosa si considera di suo gradimento(3).

Note

(1) La vendita con riserva di gradimento si sostanzia in un'opzione in quanto è vincolato solo l'alienante, laddove il compratore può scegliere di perfezionare il contratto comunicandogli che il bene è di suo gradimento.
(2) Precisamente, la comunicazione costituisce atto unilaterale (1324 c.c.) recettizio (1334, 1335 c.c.), per cui il contratto si conclude quanto essa giunge nella sfera di conoscibilità del venditore.
(3) Il compratore ha l'onere di comunicare se il bene non è di suo gradimento, in quanto opera, altrimenti, un meccanismo di silenzio-assenso.

Ratio Legis

La vendita con riserva di gradimento è un tipo di vendita volto ad agevolare il compratore che, prima di concludere il contratto, ha la possibilità di verificare se gradisce o meno il bene.

Brocardi

Pactum displicentiae

Spiegazione dell'art. 1520 Codice Civile

Arbitrio del compratore

La vendita con riserva di gradimento rimette all'esclusivo arbitrio del compratore la perfezione del contratto.
È mera incontrollabile potestà del compratore acquistare o non acquistare: per non acquistare gli basta dichiarare che non gradisce la cosa. Per questo vi è stata qualche perplessità nel costruire la vendita con riserva di gradimento.


Spiegazione del fenomeno

Come può esservi contratto (si è detto) quando una sola delle parti è vincolata?
Non è questa una figura abnorme, dato che il contratto non può essere sottoposto a condizione che lo fa dipendere dall'esclusiva volontà di una delle parti?
Le parti possono convenire che una di esse rimanga vincolata alla propria dichiarazione e l'altra abbia facoltà (art. 1331 cod. civ.) di accettarla o meno.
È il fenomeno delle opzioni che si spiega facilmente. Chi compra a fermo paga certamente meno di chi compra con riserva di gradimento. La differenza di prezzo, sia pur lievissima, fra l'una e l'altra compra che cosa rappresenta?
È il corrispettivo della libertà che il compratore si riserva: è il corrispettivo dell'incertezza in cui è lasciato invece il venditore, ad arbitrio del compratore.

Come è un bene avere una cosa, o averne il prezzo, così è un bene economicamente valutabile la facoltà di comprare se si vorrà comprare.
II compratore ha due innegabili vantaggi: innanzi tutto può non comprare se nel frattempo la cosa è ribassata di valore; in secondo luogo (è il caso piu frequente) può utilizzare il tempo che ha a disposizione nell'andare offrendo la cosa a chi intende ora acquistare, poiché il compratore con riserva di gradimento è quasi sempre un mediatore, che intende sostituire a sè altro compratore.


Contratto a formazione successiva

Perciò, pur restando salvo il principio che non vi può essere condizione che fa dipendere l'obbligazione dalla mera volontà dell'obbligato, dobbiamo considerare la vendita con riserva di gradimento come un contratto a formazione successiva, al pari degli altri contratti a formazione successiva (così detti contratti claudicanti) nei quali in un primo momento vi è l'impegno di una sola delle parti; in un secondo momento l'altra parte si riserva di obbligarsi anch'essa.
Tali ad es. i contratti delle Pubbliche amministrazioni per i quali è richiesta l'approvazione di taluni organi superiori della pubblica amministrazione; ovvero le vendite con riserva di gradimento da parte della casa venditrice: vendite nelle quali il compratore è già obbligato, mentre la casa venditrice (cui il contratto è offerto dal produttore) si obbliga solo quando le piacerà obbligarsi: ma generalmente accetterà la proposta, poiché altrimenti non avrebbe interesse a retribuire i produttori. Altri casi analoghi sono i contratti stipulati dal rappresentante senza poteri, e tuttavia il rappresentato può far suo il contratto.

La differenza fra tali contratti e la vendita con riserva di gradimento sta in questo: il contratto stipulato dal non rappresentante non obbliga il rappresentato per mancanza di poteri del contraente; invece il contratto di vendita con riserva di gradimento non obbliga il compratore perché il compratore ha voluto riservarsi un certo periodo di tempo per dichiarare il proprio gradimento.
Perciò se l'esame della cosa deve farsi presso il venditore, questi è liberato ove il compratore non vi proceda nel termine stabilito dal contratto o dagli usi o, in mancanza, in un termine congruo fissato dal venditore.
In tal caso il venditore si considera liberato, ma il compratore non si considera aver dato il suo gradimento: il venditore può chiedere il risarcimento dei danni. Se invece la cosa si trova presso il compratore e questi non si pronuncia nel termine sopraindicato, la cosa si considera di suo gradimento: il silenzio del compratore (quando la cosa si trova già presso di lui) è interpretato come sua dichiarazione tacita di gradimento.

La norma dell'art. 1520 non è di diritto cogente né puo dirsi esatto che ogni qualvolta la vendita abbia per oggetto del vino, si ricada necessariamente nell' ipotesi prevista dalla norma stessa. Trattasi di presunzione che può di volta in volta essere esclusa dal giudice di merito avuto riguardo all'oggetto del contratto ed alle pattuizioni intervenute tra le parti e considerate singolarmente e nel loro complesso.

Relazione al Libro delle Obbligazioni

(Relazione del Guardasigilli al Progetto Ministeriale - Libro delle Obbligazioni 1941)

364 Con una più esatta formulazione rispetto a quella del codice vigente (art. 1452) ho, nell'art. 392, confermato il principio secondo cui nel caso di vendita ad assaggio non si ha il perfezionamento del contratto se non quando il compratore abbia comunicato il suo gradimento al venditore. In effetti quest'ultimo, in tale tipo di vendita è vincolato da una proposta irrevocabile per un certo termine, entro il quale deve intervenire l'accettazione del compratore, consistente nella comunicazione del gradimento.
Ho poi integrato la suddetta previsione, dettando una completa disciplina del termine entro cui deve essere fatto l'esame della merce presso il venditore o presso il compratore. Nel primo caso il compratore deve procedervi nel termine convenzionale o di uso e, in mancanza, nel termine congruo che il venditore stesso può fissare, trascorso il quale questi resta liberato; nel secondo caso, e cioè quando la merce trovasi presso il compratore, la mancata comunicazione del gradimento nel termine anzidetto vale approvazione.

Massime relative all'art. 1520 Codice Civile

Cass. civ. n. 4686/1988

La riserva di gradimento disciplinata dall'art. 1520 c.c. può essere esercitata dal compratore con riguardo ad eventuali vizi della merce, purché non conosciuti né facilmente riconoscibili.

Cass. civ. n. 3979/1976

Nell'ipotesi di vendita con riserva di gradimento, la successiva comunicazione del gradimento, da parte del compratore, determina, oltre al perfezionamento del contratto, l'esclusione della garanzia per i vizi della cosa venduta che siano a prima vista riconoscibili.

Cass. civ. n. 353/1970

Nella vendita con riserva di gradimento, che costituisce una forma di opzione, si ha una promessa unilaterale vincolante per il solo venditore. Il contratto si perfeziona ex nunc, con l'accettazione da parte del compratore, espressa con la dichiarazione di gradimento comunicata all'altra parte.

Cass. civ. n. 3858/1969

La vendita con riserva di gradimento, prevista dall'art. 1520 c.c., è un contratto in fase di formazione, il cui perfezionamento si verifica soltanto con la dichiarazione di gradimento, espressa o presunta, del compratore; il contratto sottoposto a condizione, anche se sospensiva, invece, è perfetto fin dall'origine, salva la sospensione dei suoi effetti all'avveramento della condizione.

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