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Articolo 1459 Codice Civile

(R.D. 16 marzo 1942, n. 262)

[Aggiornato al 07/03/2024]

Risoluzione nel contratto plurilaterale

Dispositivo dell'art. 1459 Codice Civile

Nei contratti indicati dall'articolo 1420(1) l'inadempimento di una delle parti non importa la risoluzione del contratto rispetto alle altre, salvo che la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale.

Note

(1) Si tratta dei contratti plurilaterali con comunione di scopo.

Ratio Legis

In base al principio di conservazione del contratto, lo scioglimento di questo costituisce extrema rato, anche se il contratto sia frutto della volontà di più parti.

Spiegazione dell'art. 1459 Codice Civile

Struttura e funzione del contratto plurilaterale

Il concetto di contratto plurilaterale è stato introdotto dalla dottrina tedesca (particolarmente nel determinare i caratteri distintivi dei contratti diretti ad attuare uno scopo comune delle parti, dai contratti di scambio).

Questo concetto, variamente elaborato, pare che possa determinarsi con contorni sufficientemente chiari, ponendo in evidenza la struttura e la funzione di tale contratto.

a) Strutturalmente, deve dirsi che si ha in esso una pluralità di parti puramente eventuale, nel senso che lo stesso tipo di contratto può sussistere con due sole parti (si pensi al contratto di società: dicesi pertanto plurilaterale perché si tratta di contratto nel quale vi è la possibilità di una pluralità di parti (2, 3, 4, 5, ecc.) senza che il variare del numero delle parti importi variazione strutturale del tipo contrattuale stesso. Ciò dipende dal fatto che il numero e la disposizione delle parti non è qui affatto rigida e quindi necessariamente inalterabile: talché il negozio può sussistere ugualmente, senza mutare di tipo, anche con due sole parti, e senza per questo trasformarsi in un contratto bilaterale vero e proprio, a causa della diversa funzione (infra) dei due tipi contrattuali.

b) Funzionalmente deve dirsi che si tratta di un contratto a comunione di scopo, in quanto ogni parte, come corrispettivo di una propria attribuzione, partecipa ai benefcici derivanti dalla realizzazione di un interesse comune a tutte parti: si parla qui di un interesse di gruppo. Ma, nonostante lo scopo comune perseguito da tutte le parti, si ha pur sempre una contrapposizione di interessi tra di esse: infatti, ciascuna parte mira originariamente ad ottenere quelle clausole che ad essa riescono più favorevoli, e l'attribuzione patrimoniale a carico di ciascuna parte viene a trovarsi contrapposta alle attribuzioni delle altre parti.

Pertanto, deve dirsi che la contrapposizione di interessi permette di parlare pur sempre di contratto [anziché di atto complesso o di accordo], mentre la comunanza di scopo permette di distinguere questi contratti dai contratti di scambio.


La risoluzione per inadempimento nel contratto plurilaterale

Queste due caratteristiche di ogni contratto plurilaterale riescono a spiegare agevolmente la disposizione dell'art. 1459:

a) «l'inadempimento di una delle parti non importa la risoluzione del contratto rispetto alle altre», in quanto il contratto stesso può sussistere ancora, anche se viene eliminata una delle parti, dato che, come si è visto, il numero delle parti e la loro disposizione non è qui tipica e necessariamente inalterabile nel senso che esse non influiscono sulla struttura contrattuale;

b) la risoluzione, limitata ad un solo contraente, non è possibile quando «la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale». Qui entra in gioco la funzione del contratto plurilaterale: se, per il venir meno (dell'attribuzione) di una parte contrattuale, non è più possibile la realizzazione dello scopo (comune), la risoluzione per inadempimento non potrà essere che totale.


Meccanismo e presupposti della risoluzione

Va da sè che la risoluzione, limitata ad un solo contraente oppure totale, si verifica con lo stesso meccanismo proprio della risoluzione per inadempimento in generale e richiede i medesimi presupposti.

Relazione al Codice Civile

(Relazione del Ministro Guardasigilli Dino Grandi al Codice Civile del 4 aprile 1942)

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Simone chiede
venerdė 03/01/2014 - Veneto
“L'art. 1459 è applicabile, oltre che alla risoluzione per impossibilità sopravvenuta, anche all'eccessiva onerosità?

Grazie infinite”
Consulenza legale i 05/01/2014
L'art. 1459 del c.c. è dettato solo per l'ipotesi della risoluzione del contratto plurilaterale in caso di inadempimento di una delle parti, il quale non importa, rispetto alle altre, la risoluzione del contratto, salva l'essenzialità della prestazione mancata.
Pertanto, la norma sopra citata si riferisce espressamente soltanto al caso della risoluzione per inadempimento e non a quella per eccessiva onerosità ovvero per impossibilità sopravvenuta.
In relazione alla risoluzione del contratto plurilaterale per impossibilità sopravvenuta viene in rilievo l'art. 1466 del c.c., specificamente dettato per i contratti plurilaterali contrassegnati dal perseguimento, da parte dei contraenti, di uno scopo comune.
Si precisa che il tenore della disposizione in esame si avvicina a quello dell'art. 1459 del c.c. dettato, per la medesima specie di contratto, in tema di risoluzione per inadempimento.
Infatti, nel caso contemplato dall'art. 1466 del c.c., l'impossibilità della prestazione di una delle parti non importa lo scioglimento del contratto rispetto a tutte le altre (venendo meno solo il vincolo in relazione al quale la prestazione si palesa impossibile). Ciò a meno che la prestazione mancata non debba ritenersi essenziale.